La piazza di uno dei Borghi più Belli d’Italia
La parte più caratteristica del borgo di Mel è la piazza, un salotto veneziano ai piedi delle Dolomiti, su cui si affacciano case e palazzi di epoche diverse pur mantenendo una perfetta coerenza d’insieme.
Tra gli edifici più importanti della piazza spiccano Casa Fulcis-Zadra del XVII legata al settecentesco Palazzo Fulcis-Guarnieri-De Cal da un portone architravato dal quale, durante la grande manifestazione di Mele a Mel, si accede al bellissimo parco e alle scuderie dove trova disposizione la mostra mercato di prodotti agricoli del territorio.
Più su, l’antica chiesa dell’Addolorata e l’imponente mole della chiesa settecentesca intitolata a Santa Maria Annunziata. Dall’altro lato della piazza l’edificio più antico: Palazzo Barbuio-Gaio-Francescon del XIV sec. con i suoi affreschi e il Palazzo delle Contesse risalente al XVII secolo già sede delle scuole elementari e ora sede del museo civico archeologhico e spazio mostre. La casa Del Zotto ci porta verso il cinquecentesco Palazzo del Municipio e a chiudere la piazza sul lato sud, la locanda Cappello, anch’esso del XVII sec.
La piazza si prolunga da un lato verso via Roma “la stretta” e dall’altro verso l’antico foro boario, ora giardino pubblico, e verso l’antica strada karera che passa sotto il caratteristico arco di Palazzo Pivetta-Stefani ora Caverzan e porta a “Ciopa” luogo di ritrovamento di reperti ora conservati presso il museo civico archeologico, e verso gli abitati di Nave e Follo.
Il tutto racchiude come un salotto elementi di periodi diversi ma armonizzati e amalgamati in un insieme che incanta. I tetti, con i caratteristici “coppi” si fanno notare per gli impontenti camini tipici dell’architettura veneziana.
Al centro della piazza, un antichissimo piedistallo in pietra sui cui lati sono scolpiti gli stemmi della Magnifica Comunità a destra e quello della famiglia Zorzi sinistra con la data MDXX (1520). Il piedistallo regge un pennone su cui sventola la bandiera italiana, un tempo il pennone era costituito da un robusto albero di circa 20m che doveva essere sostituito ogni 50 anni. Dal 1949 si erge l’attuale albero in ferro. In passato il banditore pubblico, dopo un triplice suono di tromba, comunicava al popolo gli editti dai gradini dell’antenna.
Indirizzo