I caratteristici canyon scavati nella roccia dal torrente Ardo, nella Valbelluna.
Tra le tante proposte che il territorio veneto mette a disposizione degli amanti delle escursioni ce n’è una capace di riservare tanto stupore con scenari che sembrano proiettati da mondi lontani: si tratta dei Brent de l’Art, i caratteristici canyon scavati nella roccia dal torrente Ardo, nella Valbelluna.
Si trovano a Sant’Antonio Tortal, frazione di Borgo Valbelluna, e sono raggiungibili con una piacevole passeggiata partendo dal paese, lungo un sentiero protetto che solo negli ultimi tratti diventa ripido. Il nome “Brent” deriva dall’espressione dialettale ‘brentana’ ed indica una situazione di piena di un torrente o di un fiume dopo una forte pioggia, mentre ‘Art’ è il diminutivo del nome del torrente, l’Ardo.
La formazione di questi suggestivi canyon è fatta risalire dalla fine della glaciazione Wurmiana (circa 8-10 mila anni prima di Cristo), per azione dell’erosione dovuta alle acque meteoriche ricche di polveri e granelli abrasivi. Pur essendo delle forre di dimensioni ridotte, per la particolare forma e per la composizione degli strati calcarei marmorei – oltre che per i caratteristici colori tra il rosso, il bianco e il grigio verde – i Brent sono le più affascinanti dell’area, annoverabili tra i monumenti ecologici delle Prealpi Bellunesi.
Itinerario:
Lasciate l’auto presso il cimitero a Sant’Antonio Tortal e attraversate i bei prati curati di Col de Varda, sito abitato fin dal Mesolitico e diventato avamposto di guardia nel Medioevo. Percorrete la dorsale panoramica a nord del torrente Ardo e lasciatevi incantare dalle suggestive rocce antiche di milioni di anni all’ingresso del Brent Grande che l’erosione dell’acqua del torrente ha portato alla luce.
Dopo aver scattato le foto di rito inoltratevi nel bosco, incontrerete le “calchere”, antiche fornaci per la produzione della calce. Percorrendo un tratto dell’antica strada medievale che conduceva al Passo S. Boldo, troverete i resti del vecchio mulino ad acqua delle “Biattole”. Il ritorno al paese avviene passando su alcuni tornanti dell’antica strada “Trichiana-Tovena Straße” costruita in soli 100 giorni dal Genio Austroungarico nel 1918 in previsione della “Battaglia del Solstizio” sul Piave durante la Prima Guerra Mondiale.